Sembra più
una rapida trovata di fine legislatura,
che un vero e proprio programma politico
portato a termine, la riforma delle professioni
messa in atto dall'attuale Governo a pochi
giorni dallo scioglimento delle Camere,
previsto per il 29 gennaio 2006.
Quella stessa frettolosità che caratterizzò,
nel 2001, l'approvazione del DPR
328/01 da parte dell'allora Governo
di centro - sinistra, sembra essere oggi
la risposta del Ministro dell'Istruzione
dell'Università e della Ricerca On.
Letizia Moratti, alle affermazioni
dello schieramento di Romano Prodi
comparse sul Corriere della Sera del 12
dicembre 2005:
"La
riforma delle professioni sarà una
delle priorità del programma del
Governo dell'Unione" - asseriscono
i Democratici di Sinistra
- che "alla urgente e necessaria riforma"
hanno dedicato un convegno, affermando per
bocca di Pietro Fassino,
che "le professioni sono attività
che sono e saranno sempre più centrali
nell'economia del paese".
La riforma del famigerato DPR 328/01
(05/06/01 G.U. n. 190 del 17 agosto 2001),
un regolamento che ha creato non poca confusione
e gettato nello scompiglio il mondo professionale,
continua tutt'oggi a non restituire agli
Studenti e ai Laureati in Ingeneria del
Vecchio Ordinamento (antecendente il D.M.
509/99), il diritto a vedere riconosciuto
il titolo per il quale si sono iscritti
all'Università e hanno pagato le
relative tasse.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono i punti
più preoccupanti della riforma che,
il Movimento
Nazionale DPR328, aveva già reso
noti nel settembre 2005,
dopo aver reperito fortunosamente la
bozza del nuovo regolamento:
- all'articolo 6 (pag.4) il tirocinio "ove
previsto" è diventato "prescritto"
per l'accesso all'esame di Stato, il che
vuol dire che anche dove prima non fosse
stato necessario, adesso lo è;
- all'articolo 8 (pag.5) che tratta le vecchie
lauree NON è stata proposta alcuna
modifica, per cui visto l'art.6, anche chi
ha la vecchia laurea sembra che abbia bisogno
del tirocinio per accedere all'esame di
Stato.
- l'articolo 47 comma 2 (pag.48) fissa la
durata del tirocinio per gli ingegneri in
un anno; se poi l'iscritto abilitato vorrà
iscriversi anche in altro settore diverso
da quello per il quale ha ottenuto la prima
abilitazione, gli verrà richiesto
un tirocinio ulteriore di sei mesi e un
esame in tre prove anzichè 4;
- le norme transitorie di cui all'art.49
(pag.53) NON vengono modificate:
neanche questa bozza di riforma prende in
considerazione, il Vecchio Ordinamento,
sebbene invece tenga in considerazione situazioni
transitorie per professioni diverse dalla
nostra quali ad esempio consulenti del lavoro
o giornalisti (vedi al Titolo II, capo I,
art.2 comma 2 e capo II, art.2 comma 2 alle
pagine 64 e seguenti);
Pur non traendo particolari conclusioni
da questa bozza che, come detto, aspettava
ancora i pareri richiesti dal Ministero,
il Movimento affermava già, 4
mesi addietro, come non ci
fosse di che essere allegri.
Al dì di oggi le preoccupazioni dei
Ragazzi
del Movimento hanno cominciato
a prendere la forma di un nuovo regolamento
ancora più penalizzante e discutibile:
quello
attualmente al vaglio del Consiglio di Stato.
Oltre a non essere prevista alcuna
norma transitoria, viene introdotto il tirocino
di un anno per potere accedere all'esame
di Stato.
"Abbiamo voluto focalizzare l'attenzione
del Governo sulla riforma del sistema di
accesso agli Ordini - ha detto l'On.
Moratti - per dare un forte contributo
all'ammodernamento del sistema ordinistico,
guardando soprattutto al futuro dei giovani
e alla tutela degli interesse dei cittadini,
che beneficeranno di professionisti più
qualificati".
Perché la riforma del 3+2
ha allentato le briglie - rispondiamo
noi - e, giustamente i professionisti
hanno bisogno di tenersi al fianco le nuove
leve per un anno, per vedere cosa sanno
fare …
Ma noi del Vecchio ordinamento come entriamo
in queste argomentazioni? …
E noi del Vecchio Ordinamento, cosa sappiamo
fare in più di loro?
Ma poi, questo tirocinio ce lo pagheranno,
oppure sarà gratis? … E il mutuo
per la casa o l’affitto, e l’assicurazione
per l’auto e il bollo e gli alimenti e il
vestiario, chi ce li pagherà?
…Tu del VO hai impiegato 8-9 anni per laurearti?
Ma allora sei proprio “deficiente” ! … Ma
lo sai che la tua gavetta già così
te la passerai con 800-1000 euro se pure?!
E chi te l’ha fatto fare, ormai si diventa
Ingegneri in 3 anni e si possono già
firmare progetti!!! Invece il titolo di
Dott. Ing, te lo danno a Cinque; ma voi
avete mai chiamato un Ingegnere VO: Dott.
Ing. ? Pensa che, io sapevo che eri Dott.
Ing, quando ti laureavi e Ing. quando ti
iscrivevi all’Albo; ora invece è
il contrario!
Forse sarà bene dirlo a costoro che
vedono tutto rosa, che c’è gente
per la quale, al di là di tutto,
un anno di fatica probabilmente gratis,
è tanto!!! …
Ti compri quasi una utilitaria!!! … Per
tutto il resto mi dispiace, ma ci deve pensare
ancora la mamma o la banca se sei sfortunato,
ma non al punto da vederti negato un mutuo!
Ma poi, diteci: a che serve il tirocinio
durante il corso di studi? … Uno del 3+2
se lo fa durante il corso di studi (e il
suo tutore non vede l’ora di toglierselo
dai piedi perché è in corso
di formazione per cui le sue competenze
e la sua maturità sarà quella
che è). E in qualche facoltà
lo si può sostituire con un esame!!!
Ma allora a che gioco giochiamo?
Invece un VO … un VO è tanta roba
da sfruttare, tanta manovalanza a buon mercato
(… a no, a costo zero!), ma guai a dirgli
che vale qualcosa, bisogna sempre dirgli
che è Vecchio Ordinamento, che ci
ha impiegato 9 anni per laurearsi, altrimenti
alza la sua autostima, bisogna mortificarlo
il più possibile ripetergli che è
un “tardone” o fare in modo che ci arrivi
da solo (è meglio!)…
"Il regolamento - ha spiegato il Sottosegretario
Siliquini - è frutto del
metodo del dialogo progettuale con
gli Ordini. La proposta, infatti
è stata elaborata da una Commissione
mista formata da Rappresentanti dell'Università
e dei Professionisti, per poi procedere
a successive omogeneizzazioni dell'impianto
complessivo per superare in modo condiviso
tutte le attuali criticità".
"Il provvedimento (...) potrebbe essere
approvato definitivamente, come si augura
il Ministero, in tempo per la sessione primaverile
degli esami di Stato".
(Il Sole 24 Ore 23/12/05)
"Per il futuro, (...) questa riforma
organica introduce meritocrazia e trasparenza
- sostiene il Sottosegretario all'Università
Maria Grazia Siliquini, "madrina"
del provvedimento, che dal Ministro
On. Letizia Moratti aveva ricevuto
la delega".
Soddisfatti gli Ordini. Dice Sergio
Polese, Presidente del
CNI:
"Era un provvedimento atteso, al quale
abbiamo contribuito tutti. Certo restano
delle cose da definire, ma sappiamo che
arriveranno" (Il Messaggero 23/12/05).
E speriamo che arrivino, perchè
noi non siamo d'accordo:
il DPR 328/01 ha di fatto, operato una svalutazione
della laurea in Ingegneria Vecchio Ordinamento
equiparandola al ceppo delle lauree ex.
D.M. 509/99 tra le quali sono comprese le
triennali (su cui la sorte si è voluta
accanire con lo sciagurato titolo di junior)
e le famose 3+2, autentico nodo della discordia,
perchè se è vero che esiste
il 3, non è sempre detto che si riesca
ad ottenere l'attivazione del 2.
Non serve certo una buona dose di inventiva
per snocciolare le conseguenze di quella
che si fa fatica a definire la norma di
un paese democratico, ma ci sembravano più
appropriate queste parole di Sergio
Polese, che in occasione del 46°
Congresso dedicato alla professione sentenziò
che:
"la
nuova riforma universitaria porta ad un
completo degrado delle professioni.
Soltanto l'Italia ha deciso sciaguratamente
di andare avanti con il 3 + 2 (...).
Non si può confondere la figura della
laurea in tre anni con l'ingegnere che si
laurea in cinque, al quale spettano ben
altre e più gravose competenze e
responsabilità".
Ma la norma non si è limitata ad
emulare in maniera maldestra la realtà
europea, ha comportato l'ingresso di categorie
di professionisti in Albi non di loro competenza,
come è avvenuto per i laureati in
Informatica 23/S e 26 (N.O.) che si sono
visti riconoscere, inaspettatamente, la
possibilità di accedere al terzo
settore dell'Albo degli Ingegneri, senza
la laurea appropriata, degli Agronomi 4/S,
messi fianco a fianco degli Ingegneri Edili
4/S, degli Architetti 4/S e viceversa.
Torna a ribadire il Presidente Polese:
"quanta confusione ci sia attorno alle
nuove professioni legate allo sviluppo tecnologico",
e come sia urgente " ... una disciplina
più rigida, per questo abbiamo creato
una sottosezione dell'Albo degli Ingegneri
specifica, a cui può accedere chi
possiede una specializzazione che comprende
anche l'attività informatica.
Ma non può accedere all'Albo - continua
Polese - chi non possiede anche una cultura
ingegneristica di base, vale a dire chi
non è laureato in Ingegneria.
Il terzo settore infatti non contempla solo
l'informatica, ma tutta una serie di attività
progettuali tipiche ed esclusive degli Ingegneri."
Ci sarebbe da chiedersi che ruolo abbiano
davvero gli Albi professionali, alla luce
di questi cambiamenti, se non sono garanzia
dell'appartenenza dei loro iscritti alla
categoria professionale per i quali sono
stati istituiti.
Certo non si punta il dito contro gli Architetti,
ma le conseguenze a cui il DPR 328/01, ha
dato luogo sono state a dire poco da Italietta.
E' il caso ormai noto dei laureati in Informatica
Vecchio Ordinamento, che con 4
anni di studio e 14 esami sostenendo
una presunta disparità di trattamento
tra loro e i cugini del N.O., che in realtà
si traduceva solo nella impossibilità,
a causa delle disposizioni del DPR 328/01,
di accedere ai concorsi pubblici - hanno
ottenuto, grazie ad un ricorso al TAR -
la possibilità di iscriversi alla
sezione "A" dell'Albo
degli Ingegneri, che come è noto
è riservata soltanto ai laureati
quinquennali in Ingegneria.
ma " ... dovrebbe essere stata superata
anche la discriminazione dei laureati specialistici
in informatica, per l'ingresso nell'Albo
degli Ingegneri, settore dell'informazione,
essendoci come pre-requisito la laurea triennale
in ingegneria o in scienze e tecnologie
informatiche", sentenzia il Sole 24
Ore del 23/12/05.
E come non citare il caso degli Agronomi,
che potendo accedere al settore "A"
civile e ambientale dell'Albo degli Ingegneri,
rivendicherebbero anche loro l'ambito titolo.
Pur nel rispetto di queste categorie di
professionisti, ci domandiamo dove
andranno a finire gli Ingegneri V.O.,
stretti tra una triennale che ha regalato
lauree con programmi ridotti a meno della
metà rispetto i precedenti e il 3
+ 2, autentico fiore all'occhiello della
riforma, con l'unico insignificante difetto
di avere garantito il 3 e di non essere
riusciti ad attivare il 2 ...
Il Movimento Nazionale DPR328, sin dalla
istituzione del decreto, non ha mai smesso
di domandare alle principali istituzioni,
al di là dei cambiamenti introdotti,
il reale motivo dell' accanimento
nei confronti dei laureati e degli studenti
del V.O. e lo ha fatto mediante
lo strumento della petizione popolare per
mezzo della quale la richiesta della
restituzione del diritto, ingiustamente
negato, era già una constatazione
della beffa che si era e che si stava perpetrando.
A fronte di oltre 37.000 consensi
raccolti in tutta Italia, grazie
ai quali si è giunti all'attuale
transitorio (D.L.
107/02 e convertito con
modificazioni dalla Legge
173/02 e comma 1-bis,
art. 3 del D.L.
105/03 così come
modificato dalla Legge
170/03 di conversione)
i ragazzi del Movimento ribadiscono che:
"Non è giusto cambiare
le regole del gioco a partita iniziata
!"e che:
"Il futuro di tanti giovani
non può essere ipotecato da una legge
ingiusta e poco chiara!!".
Gravi le conseguenze a partire dal
2007: a cominciare dall'esame di
Stato che comporterebbe 4 prove
invece di 2, iscrizione
ad un solo settore dell'Albo professionale,
invece che a tutti i 3 settori
e dulcis in fundo in vista della
riforma, attualmente al vaglio del Consiglio
di Stato, necessità del tirocinio
di un anno, prima di potere accedere
all'esame di Stato (nuovo!)
E' evidente come tutto ciò andrebbe
a pesare su chi ha già dovuto sopportare
anni e anni di università, suo malgrado,
e che nella peggiore delle ipotesi ha già
una occupazione per mantenersi agli studi.
Si è provato più volte a screditare
la figura dei quinquennali V.O., scaricando
su di loro la responsabilità di un
percorso di studio superiore alla durata
legale del titolo, sottolineando così
ancora di più il livello di indifferenza
gravante attorno a questi futuri professionisti,
che ricordiamo, all'estero non temevano
e non temono confronti.
"quella dei tempi medi di laurea in
ingegneria, se non poco o niente conosciuta,"
è stata "certo non tenuta, come
dato di fatto, nella considerazione
che invece meriterebbe.(...) Si
ha come la sensazione che si decida e si
disponga su una materia sulla quale si è
forse non sufficientemente documentati"
- afferma uno studente, nel forum
ufficiale del Movimento - e continua:
"... è fuor di dubbio
che del buon sano realismo, inteso come
piena presa di consapevolezza di quella
che è la realtà, non guasta
mai e, soprattutto, sgombra il campo dalla
possibilità che siano assunti provvedimenti
semplicistici e essenzialmente ingiusti
verso le persone e le loro fatiche.
Ciò premesso, e a fronte del fatto
che si è quasi giunti al 2006 (...)
la richiesta del sine die "che restituisca"
- a quelli del V.O. - l'esame alla vecchia
maniera,
(...) è una richiesta giusta, vorremmo
in fondo quello che ci spetta e che tanti
altri come noi, con lo stesso nostro percorso
di studi, hanno avuto."
E del resto è stata chiara l'On.
Maria Grazia Siliquini affermando,
in un articolo comparso su Il Giornale del
26/09/05: "... la laurea breve
di tre anni serve a nulla".
"Un'invenzione dei sessantottini al
potere nella scorsa legislatura per dare
una laurea a tutti con poco sforzo(...).
Chi fa la laurea breve sarà sempre
subordinato al laureato vero".
Non è indietreggiato il Movimento,
forte della correttezza e del rispetto delle
leggi, che ne ha sempre caratterizzato l'operato
fin dagli esordi, quando
a colloquio con lo stesso Sottosegretario
il 18 marzo 2003 a Firenze, ha domandato
quale sarebbe stato il futuro dei
laureati in Ingegneria del V.O.
La risposta allora era stata incoraggiante,
per poi tradursi in seguito, in un periodo
transitorio, (comma 1-bis, art. 3 del D.L.
105/03 così come modificato dalla
Legge 170/03 di conversione) esteso solo
fino alla fine del 2006.
Tanti erano allora e tantissimi
sono tutt'oggi gli Studenti e i Laureati
che si domandano quali siano le difficoltà
nel rimettere finalmente le cose a posto.
Lo hanno chiesto i Rappresentanti del Movimento
all' On. Gianfranco Fini
in occasione di un Congresso giovanile tenutosi
a Bari:
"On. Fini,
rappresento uno degli oltre 37.000 elettori,
che ad oggi hanno firmato la petizione per
richiedere il riconoscimento dei diritti
dei laureati in Ing. Vecchio Ordinamento,
ingiustamente penalizzati dalla riforma
delle professioni, introdotta dal precedente
governo nel 2001".
- dice uno dei Coordinatori -
"Questa riforma, che ha riscritto le
regole per gli esami di abilitazione professionale
e diviso l'Albo degli Ingegneri, per dare
una collocazione ai possessori delle nuove
lauree, ha completamente dimenticato le
migliaia di studenti che conseguiranno la
vecchia laurea, secondo le previgenti modalità,
negando loro la possibilità di sostenere
l'esame di abilitazione e di iscriversi
all'Albo con le stesse modalità dei
loro predecessori.
Stante che questo diritto resterà
tale, solo fino alla fine del 2006, il Governo
intende garantirne l'estensione oltre questa
data a tutti i futuri e succitati elettori,
secondo il previgente ordinamento?
E nel caso con che tipo di provvedimenti?
In che tempi?"
Il Vice - Premier (AN)
non ha fatto mistero in pubblico di non
conoscere la faccenda, e di non essere in
grado di fornire una risposta nell'immediato,
informandosi se la questione fosse di competenza
dell' On. Siliquini, che
del suo stesso partito - (AN)
- fa parte. E' del resto ampia documentazione
è stata consengnata, affinchè
rimanesse traccia di ciò che si era
domandato, segno che ora a conoscenza
ne è.
L' On. Fini, ha aggiunto
quindi che avrebbe letto il materiale che
gli era stato consegnato e avrebbe visto
cosa si potesse fare.
Ed eccoci di nuovo a chiedere qualcosa che
ci spetta di diritto e del resto la posizione
del Movimento
Nazionale DPR 328 è stata sempre
coerente con questo stesso diritto fin dalla
prima petizione:
Vista la Legge n. 170 del 11 Luglio
2003, G.U. n. 160 del 12 Luglio 2003,
conversione in legge, con modificazioni,
del decreto-legge 9 Maggio 2003,
n. 105, G.U. n. 110 del 14 Maggio 2003,
recante disposizioni urgenti per le università
e gli enti di ricerca:
“I
possessori dei titoli conseguiti secondo
l'ordinamento previgente alla riforma di
cui al decreto del Ministro dell'università
e della ricerca scientifica e tecnologica
3 novembre 1999, n. 509, e ai relativi decreti
attuativi, fino alle sessioni d'esame di
Stato di abilitazione professionale dell'anno
2006, svolgono le prove degli esami di Stato
per le professioni di dottore agronomo e
dottore forestale, architetto, assistente
sociale, attuario, biologo, chimico, geologo,
ingegnere e psicologo secondo l'ordinamento
previgente al decreto del Presidente della
Repubblica 5 giugno 2001, n. 328.”
Vista
la Legge n. 173 del 1 Agosto 2002,
G.U. n. 184 del 7 Agosto 2002, conversione
in legge, con modificazioni, del decreto-legge
10 giugno 2002, n. 107, recante
disposizioni urgenti in materia di accesso
alle professioni:
“…
secondo l'ordinamento previgente al decreto
del Presidente della Repubblica 5 giugno
2001, n.328 … Coloro i quali conseguono
l'abilitazione professionale all'esito di
esami di Stato svolti secondo l'ordinamento
previgente al citato decreto del Presidente
della Repubblica n. 328 del 2001, possono
iscriversi nel settore, o nei settori, della
sezione A dell'albo, per il quale dichiarano
di optare".
Si
richiede che venga estesa, nel tempo e a
tutti gli studenti che
conseguiranno la laurea in Ingegneria secondo
il previgente ordinamento, la possibilità
di sostenere l’esame di Stato secondo l’ordinamento
previgente al DPR 328/2001, superato il
quale sia garantito l'accesso, simultaneo
e non ulteriormente condizionato, a tutti
i settori in cui è stato diviso l’albo
professionale.
Tante
quindi ancora le perplessità, manifestate
attraverso il forum
ufficiale del Movimento Nazionale DPR328:
"Anche io, purtoppo, nella qualità
di studente in Ingegneria (V.O.) che molto
probabilmente non riuscirà a laurearsi
e quindi ad abilitarsi entro la fine del
2006 sarò vittima di questo ingiusto
e discusso DPR ... a meno che, come mi auguro,
le cose cambino ... chissà se una
petizione o non so cos'altro possano far
cambiare idea a chi, con le sue decisioni
politico/legislative, ha "complicato"
la vita di tanti giovani laureandi
..."
"...
la nostra richiesta è stampata a
caratteri cubitali sui fogli della petizione
... ed è per quella che si deve lottare!
...
Personalmente credo che con un paio
d'anni di proroga si salverebbero solo alcuni
fortunati ... parecchie persone
resterebbero comunque tagliate fuori ..."
(Achille)
"I nostri fini sono chiari legittimi,
cristallini e sopratutto improntati
su una assoluta ragionevolezza di merito
(...) mantenere la schiena dritta
e non lasciare spazio a compromessi serve
alla dignità del nostro status di
studenti, laureandi, neo-laureati,
studenti - lavoratori, attori di un curriculum
studiorum (VO) che ci garantisce una professionalità
che una legge sciagurata rischia
di mortificare.
Questo
deve essere chiaro per tutti!
Le
strategie pressapochiste si lasciano agli
ambiti privati per chi ne ha la tendenza;
nell'ambito di questo Movimento i fini sono
chiari e devono essere sposati da tutti
con forza e convinzione senza pregiudiziali
pseudo-strategiche o tentennamenti vigliacchi
ed egoistici".(Natale)
e ancora si legge:
"A margine della reale preoccupazione
di vedere anni di studio (e lavoro) dequalificati
professionalmente, trovo che si
possa considereare assolutamente illogico
costringere due corsi di studio diversi
(V.O. e N.O.) alla stessa qualifica basando
il discrimine non su ordine di merito e
pertinenza di corso di studi ma di puro
temine temporale.(...) sono seriamente
preoccupato dal punto di vista del mio futuro
professionale".
(...) " occorre sostenere con
fermezza e coerenza i propositi del Movimento.
Una modifica alla legge per l'accesso alle
professioni di Ingegnere, con un occhio
di riguardo per i diritti dei Laureati in
Ingegneria del Vecchio Ordinamento, è
solo una questione di poco conto per il
governo". (Emanuele)
"Mi permetto di aggiungere una
mia considerazione personale, il fatto che
si siano ottenuti risultati più che
positivi in passato non è garanzia
che se ne ottengano anche in futuro, molto
dipende da noi e da quanto riusciremo a
sensibilizzare, sempre in modo civile e
democratico, la nostra classe dirigente
della quale un giorno tanti di noi ne faranno
parte"
(Giuseppe)
Di "Regole a corrente alternata"
parla invece un altro collega :
"Prendete l'elemento che spesso viene
evocato a parziale giustificazione del perchè
non sarebbe "ingiusto" o stucchevole
quello che ci stanno servendo:
il percorso formativo.
Spesso vien detto, che quelli del V.O. hanno
un percorso formativo diverso da quelli
del nuovo ordinamento. So di gente, del
V.O., che s'è interessata, a fronte
del fatto che gli mancavano pochi esami
per conseguire la laurea magistrale, a sondare
se era possibile avviare una qualche richiesta
amministrativa che gli consentisse di vedersi
riconoscere la laurea triennale. Insomma,
il ragionamento, il pensiero implicito credo
fosse del tipo che se si era a una manciata
d'esami dal traguardo di quella magistrale,
magari si aveva intanto già maturato
il diritto a vedersi riconoscere la laurea
triennale.
Tutto sommato, così, a lume
di naso, verrebbe abbastanza naturale ritenere
il bagaglio tecnico culturale d'un quasi
laureato magistralmente non inferiore a
quello di chi, sempre con tanto sacrificio,
s'è laureato iunior (come ora chiamano
le lauree).
E invece manco per ... manco per niente.
Provate un poco a indovinare qual è
la motivazione addotta per spiegare l'impossibilità
dell'accettazione d'una tale richiesta?
Ma che i percorsi formativi, del V.O. e
del nuovo o., sono diversi!
Perciò, per quelli del V.O.
nessuna possibilità, intanto che
terminano quella manciata d'esami per essere
magistrali, di proporsi sul mercato del
lavoro col titolo triennale e nessuna possibilità,
per conseguenza, d'iscriversi intanto alla
sezione dell'albo degli ing. triennali.
Tutto questo, come dicevamo, perchè
i loro percosi di formazione sono diversi.
Beninteso, qui non si sta mettendo
in discussione l'opportunità o la
giustezza dell'impostazione concettuale
che dà vita a tali impossibilità.
Ma allora, a causa proprio di quella che
appare la sacralità di questo
concetto del percorso formativo,
non si capisce per niente perchè,
quando s'andrà a fare l'esame di
Stato e a iscriversi all'albo, per
quelli del V.O. questo stesso concetto debba
essere fatto, in sostanza, a pezzi.
Perchè, pur non essendo chi scrive
un giurista, a me sembra che accadrebbe
né più né meno che
questo".
E del resto "Non si capisce
proprio perchè per chi, del V.O.,
farà l'esame l'autunno del 2006 varrà
il vecchio sistema e invece per chi, sempre
del V.O., lo farà una manciata di
mesi più tardi, si debba rivoluzionare
tutto. Incomprensibile!"
"Gli Ordini tra le ricette e i progetti
della politica"- titolava dunque il
Corriere della Sera del 12 dicembre 2005
- per poi dichiarare che:
"Non sarà probabilmente
il piatto forte della prossima e lunghissima
stagione pre elettorale" se
ne sono accorti i ragazzi del Movimento
... e del resto"(...)
l' Europa incalza, punta sulle aperture,
gioca a tutto campo per il mercato senza
troppi muri e inferriate".
Ma
scusateci, non era il sistema che funzionava
così e che ci ha portato per le lunghe?
… non solo!
Ora continuiamo a pagarne le conseguenze!…
Che?! Le nuove generazioni sono più
intelligenti delle precedenti?
Buon lavoro ragazzi, datevi una svegliata
…
Per informazioni:
Movimento Nazionale
DPR328
http://www.dpr328.too.it
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UNO STUDENTE O UN LAUREATO DI INGEGNERIA
V.O.?
A partire dalla prima sessione dell'Esame
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più prove ed in cambio potrai iscriverti
ad un solo settore dell'albo professionale.
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Una
sentenza del TAR PUGLIA dichiara illegittima
una circolare del MIUR.
Un laureato in "Scienze dell'Informazione"
potrà accedere all'esame di Stato
per l'abilitazione alla professione di INGEGNERE.
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Art. 3 (comma 1 bis), ... il Senato approva"
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